
Predica XI
Del modo per uscir del primo laberinto
Se ben l'essere delle creature è infinitamente lontano dall'esser di
Dio il quale solo è in verità, non però può dirsi che le creature non
sieno, ma sì ben che in comparation di Dio son ombre vanissime et
essa vanità. Hanno le creature da Dio non solamente l'essere, ma et
la virtù dell'operare, sicome consta per le parole di Dio, quando co-
mandò alla terra che germinasse con dargli virtù tale che potesse far-
lo, et così alle acque che producesseno.
Et se ben Paulo scrisse che Dio opera il tutto in tutte le cose,
nientedimeno l'intento suo non fu di dire che le creature si stesseno
otiose et Dio solo operasse, ma che et nell'essere et in ogni lor virtù
pendevano da Dio, però da lui solo dovevan riconoscere tutto il bene
che havevano et a lui solo renderne gratie.
Or non è dubbio che nelle creature che sono inferiori all'huomo
et all'angelo non è libertà alcuna, imperoché operano tutto di
necessità. Ma parlando solamente dell'huomo et in prima non del re-
generato et spirituale, ma del carnale et non in quanto che è suggetto
a Dio et ne può disporre a modo suo talché bisogna che facci tutto
quello che vuole, ma considerandolo assolutamente in sé medesimo
et quanto alle sue proprie forze stante che Dio il preservi et quanto
all'operare non solo non lo impedisca, ma concorra con la sua virtù et
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