Proemio.
Non è gran maraviglia che permetta il Signore tante eresie e divi-
sioni di sette ne la sua Chiesa, quante appariscono in questo nostro
infelice secolo, meritando giustamente tal pena la curiosità e preson-
zione umana, venuta oggi a tanto che ciascuno di qual vuoi condizione,
così femina come maschio, così idiota come letterato, vuole intendere
le profudissime questioni de la sacra teologia e divina Scrittura et
esser informato de' modi e de le cause de la giustificazione, de la
facultà del libero arbitrio e de la grazia, degli abissi de la providenza
e prescienza e predestinazione di Dio, degli effetti de la fede e de
l'opere e di più altre cose simili, circa le quali etiam e' grandi inge-
gni con assidui studii de le sacre lettere a pena ne hanno dato piena
e certa resoluzione. E per questa presunzione, che e contra il precetto
de lo Apostolo che disse: «
Non plus sapere quam oportet sapere
»,
giustamente concede Iddio a queste genti quei maestri che lor si cercano
et e' predicatori che lor desiderano, cioè quelli che li grattano soave-
mente la pruzza de l'orecchie, quelli che con un profetico penello ce
gli dipigne sì mirabilmente san Pietro apostolo, chiamandoli fontane
senza acque, cioè promissori de la divina sapienza essendo lor vacui
di quella; item, nuvile agitate da turbini, cioè predicatori che son
designati per le nuvile, ma vi agionse: «agitate da turbini», per di-
stinguerli da e' veri predicatori che vengano con tranquillita, calzati
e preparati al santo Evangelio de la pace; ma questi per contrario,
essendo loro agitati da e' venti che gli aggirano, venti dico de l'ambi-
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