zione fatta in Cristo, il quale ha satisfatto per tutti e' membri suoi nel
legno de la croce. Tutto questo è falso, perché nel legno de la croce
satisfece per e' peccati di quelli che non erano incorporati in lui, e per
quella satisfazione gli incorporò e fece suoi membri, come lui predisse:
«Cum exaltatus fuero a terra, tunc omnia traham ad me ipsum».
Ma poi che l'uomo è incorporato una volta in Cristo, Cristo non
muore più per lui, satisfacendo a ogni debito di pena, come è già detto
e dechiarato di sopra, ma si passa per un'altra via a ricevere la grazia e
bisogna per il peccato satisfare a noi o in questo mondo o ne l'altro,
come in altri libri nostri e volgari e latini abbiamo manifestamente
provato.
Erra e inganna in tutto il resto di questo capitolo e buona parte del
seguente, dove s'ingegna persuadere che chi ha questa fede che lor
predicano, subito fa l'opere e diventa santo e perfetto: doveva aggio- gnere gli esempli, cioè come il tale e il tale e massime e' principali
maestri loro e inventori di questa dottrina, cioè Lutero e altri simili
apostati, scismatici e ribelli, a e' frutti de' quali chi non gli conosce
non ha occhi.
Capitolo VI
Errori e inganni del seguente capitolo quinto.
Il quinto capitolo è pieno del medesimo veneno, perché replica e'
medesimi errori già notati, e spezialmente dove tratta de la giustizia
nostra e vuole che noi siamo giusti non per la giustizia che sia in noi,
ma per quella che fu in Cristo, né per opere nostre, ma per quelle
di Cristo, il che è cosa stoltissima e perniziosissima.
Erra e inganna trattando la materia del sacramento de l'altare e
prima non esplicando molte cose che sono controverse per gli eretici,
dandoci certo segno che lui non è vero catolico, come è non attestare