Era questa nostra operetta già perfetta e quasi data ne le mani
de lo stampatore, quando, non so d'onde né da chi, mi furon presentate
censure di quattro, credo, dottori, che similmente hanno veduto la
perniziosa dottrina di questo Trattato del benefizio di Cristo; mi ral- legrai molto quando viddi che tutto quello che lor notano dottamente
et elegantemente ancor io avevo avvertito e notato: e segno che un
medesimo spirito di verità ci ammaestra, grazia sia al Signore. Do- gliomi di non conoscere questi tali particolarmente per poterli chiamar
testimonii a confirmazione di quel che scriviamo, per aver veduto in
quelle censure acume di ingegno, dottrina sana, vero giudicio e fer- vente zelo, le qual cose io in molti desidero. Sia benedetto il Signore,
che di continuo ci verifica quel detto: «Io mi ho serbato sette milia
uomini che non hanno inchinato le ginochia dinanzi a Baal». Sia
benedetto Iddio.
Capitolo I
Annotazione sopra il proemio del pestilente libretto.
Ragionevolmente l'autor di questo libretto Del benefizio di Cristo,
contra il quale siamo forzati adoperar la penna, può dar sospetto a
ogni prudente persona per non essersi manifestato; perché se lui è
uomo d'autorità, come dice il proemio, e pensava di dir verità, e verità
utilissima a' cristiani, come e' propone, doveva ancora con l'autorità
propia favorirla, come faceva san Paolo, il quale per questa causa
sì arditamente e con tanto spirito si manifesta e si predica apostolo ,
etiam in contentione, e comparandosi a gli altri non teme affermare
che non era minore né in scienza, né in virtù e segni . E doveva
temere ancor questo uomo il giudicio di molti, che facilmente pote- vano pensare altra cagione del non essersi voluto scoprire, occorrendo
in pronto a ogni uomo contra lui quella sentenza: «Qui male agit,
odit lucem» , cioè: chi va a far male ha in odio la luce, per non esser
scoperto in faccia e redarguto. E tanto più doveva temer, quanto sapeva