La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
Biblia vulgare istoriata (1490) Apparato iconografico - capilettera » Il Sommario della Santa Scrittura - p. 69


Cap. III
Qual cosa promettemo noi nel battiamo et qual
professione noi facciamo


Quando alcuno ammonisce i mondani a far bene, respondo-
no: «lasciate questo fare a' monaci et religiosi che l'hanno pro-
messo». Come se loro non fusseno tenuti d'observar la doctri-
na de Christo, o come se lor niente havesseno promesso, con-
ciosiacosaché nessuno monaco può promettere più de quello
che ha promesso al sacramento del battismo, quando vogliamo
ben considerare che cosa contiene el battismo, come assai ho
detto di sopra.
Et noi siamo molto più tenuti alla nostra promissione fatta
nel battismo che non è uno religioso alla sua professione, per-
ché noi non facciamo sacramento ad uno huomo, ma a Dio,
et non promettiamo di osservare la regula de uno huomo, ma sì
la regula del Evangelio. Et pare a te essere poco di essere chri-
stiano, quando tu hai promesso a Dio di emendar la tua vita et
di non voler vivere secondo el mondo né secondo la carne?
Grande cosa è voler vivere secondo la fede christiana et pochis-
simi sanno quello che essa contiene, massimamente di quelli
che ivi paiono essere molto sapienti et litterati.
Ma alcuno potrebbe dire: «Io niente ho promesso a Dio,
perché era uno fanciullo; lasciatelo tenere a colui che l'ha pro-
messo per me». Per questa causa, acciocchè nessuno potesse
questo dire, fu decreto antiquamente che nessuno fosse batti-
zato avanti che fusse pervenuto alli anni della discretione, ac-
ciocché potesse lui medesimo promettere et renunciare al Dia-
volo et quel sapesse quello che lui haveva promesso et quello
che doveva osservare. Vero è che, quando li fanciulli erano in-
fermi o in pericolo di morte, allhora li battizavano.


pagina successiva »