La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure


Prologo

Perché tutti non sanno leggere o intendere tutti li libri, ac-
ciocché ognuno possi sapere quale è il fondamento della Scrit-
tura et quello che essa ci insegna, io ho compreso in questo li-
bretto il fondamento et il summario della divina Scrittura, del-
la quale il capo et il principale è la fede, dalla quale fede proce-
dono speranza et charità; acciò adunque che ognuno possi sa-
pere quello che debbe credere et quello che debbe sperare et
perché debbe amare Dio et come Dio è il nostro Padre et noi
siamo suoi figliuoli et heredi del regno di Dio, come [ci] am-
maestra Santo Paulo in tutte le sue Epistole icona nota .
Item come senza nostri meriti siamo giustificati, acciò
non mettiamo la nostra fiducia nelle nostre buone opere, come
facevano li giudei, et nientedimeno non [bisogna] lasciar le
buone opere, ma bisogna sapere come et perché si debbeno fa-
re et non in quelle sperare la sua salute, ma solamente nella gra-
tia et misericordia di Dio per Christo, pel quale ho scritto il
presente libretto.
Questa fede hebbe Abraam, come scrive lo apostolo: «icona citazioni  Qui
contra spem in spem credidit
», cioè: quello che secondo la na-
tura et virtù humana era impossibile, lui credeva che sarebbe
perché Dio gliel'haveva promesso. Così debbe ogni christiano
vivere contra speranza in speranza, cioè reputare tutte le opere
sue peccati et pensare se Dio el volesse giudicare secondo le
opere sue et secondo el rigore della giustitia che non potrebbe
essere salvo. Perché, se io ho fatto alcuno bene, quello è di Dio
et non mio, perché Dio ha operato quello in me et non io, ma la
sua gratia. Per il che io non merito alcuno premio et se io ho
fatto alcuna opera da me stesso, senza la gratia di Dio, quella è
hipochrisia et grave peccato, per il che ho meritato la eterna


pagina successiva »