La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
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tione; ma che rendesse honore al giorno antiposto a tut-
ti gli altri in santificatione, da colui che vede ogni cosa:
3Quell'huomo scelleratissimo domandò, Evvi adun-
que in cielo alcun Signore, c'habbia comandato di cele-
brare il giorno del Sabato?
4E, rispondendo quelli, Sì, v'è il Signore vivente, che
è il Signore del cielo, che ha comandato che si celebri il
settimo giorno:
5Egli disse, Ed io sono l'altro signore in terra, che or-
dino che si prendano l'armi, e che s'eseguisca il coman-
damento del rè. Pur nondimeno non venne a capo di
dar compimento al suo scellerato consiglio.
6Nicanor adunque, gonfio d'orgoglio, e di vanaglo-
ria, havea diterminato di rizzare un comun trofeo di Iu-
da, e della sua gente.
7Ma Macabeo havea sempre confidanza in ogni no-
do, ch'egli otterrebbe aiuto dal Signore.
8E confortava la sua gente di non ispaventarsi per la
venuta de' Gentili: anzi che, havendo a mente i soccorsi
venuti loro per addietro dal cielo, al presente anchora
aspettassero la vittoria che l'Onnipotente darebbe loro.
9E, consolandogli per la Legge, e per li profeti; e
rammemorando loro le battaglie c'haveano per addietro
vinte, gli rendè vie più animosi.
10Così, inanimandogli, gli ammoniva: mostrando lo-
ro la perfidia de' Gentili, e la violatione de' giuramenti.
11Ed armando ciascun di loro, non tanto di riparo di
scudi, o di lance, come di conforti per buone parole: ed
oltr'a cio, narrando loro un sogno verace, ed una spetie
di visione, gli rallegrò tutti.
12Hor la visione ch'egli havea veduta in quel sogno,
era Onia, che già era stato sommo Sacerdote, huomo
virtuoso, e da bene, riverendo d'aspetto, e mansueto di
costumi, e gratioso nel parlare: e'lquale, fin da fanciullo
s'era studiato a tutti gli atti di virtù. Esso gli apparve, di-


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