
propria volontà patimo, quando noi medesimi
ci priviamo delle nostre comodità e delle no-
stre satisfazioni; e per l'altrui volontà patimo,
quando senza nostra volontà siamo privati del-
le nostre comodità e delle nostre satisfazioni.
L'animo umano, come molte volte ho detto, è
arrogantissimo, ed essendo tale, in ogni sua
cosa cerca la sua propria gloria e il suo proprio
onore, e perciò, secondoché in noi sta vivo
l'animo umano più o meno, cosi troviamo più
o meno satisfazione in quello che patimo. Se
l'animo sta molto vivo, troviamo molta sati-
sfazione in quello che patimo per nostra pro-
pria volontà, e poca in quello che patimo per
volontà aliena; e se l'animo sta molto morto,
troviamo poca satisfazione in quello che patimo
per nostra propria volontà, e molta in quello
che patimo per volontà aliena; e questa molta
o poca satisfazione ci può dar testimonio della
nostra mortificazione. La persona che ha mol-
to vivo l'animo, sempre si sente e si risente
nelle cose che patisce per volontà aliena, sì
perché ella non pensa che sofferendo quello con
pazienza, aggradi a Dio, parendogli che è per
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