La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
Enarratio Lutheri (1536) Apparato iconografico - capilettera » Il Sommario della Santa Scrittura - p. 139


Cap. XX
Della vita delle monache


El si vede adesso anchora molti monasterii di monache nelli
quali si legge et canta molto et questo mi dà admiratione onde
viene el loro cantare, perché, non intendendo loro quello
che cantano, io non so che utilità ne consequiscano. San Paulo
prohibisce di cantare nella chiesa (cioè nella congregatione de'
christiani) alcuna cosa la quale nessuno intende. icona nota
Et el cantare adunque di monaci o monache o di altre
religiose non può essere grato a Dio, quando loro non l'inten-
dono et le moniali non li possino prendere alcune delettationi
spirituali né alcuna emendatione di loro vita, ma fanno ogni
cosa constretti dalla loro regola et contra cuore et non gli ac-
quistano spesse volte altra cosa che vanagloria et presuntio-
ne. Et a lor sarebbe assai più utile se leggesseno loro hore in
volgare o parlare che intendessino, perché, quando lo spirito
non è elevato a Dio, el cantare o leggere niente vale; perché, se
el cantare piacesse a Dio senza intenderlo, li uccelli, liuti
arpe et altri instrumenti piacerebeno a Dio. Ma che li instru-
menti di musica piacino alcune volte a Dio, questo non accade
per li instrumenti, ma per la nostra fede, perché laudiamo et di-
ciamo gratie a Dio mediante simili instrumenti. El nostro cuo-
re, la nostra fede, el nostro spirito agitato dallo Spirito Santo
fa tale cose grate a Dio. Quando adunque alcuno canta et non
intende, questo a lui è poco utile et pertanto varrebbe meglio
che le moniali et altre religiose cantassino o legessino loro hore
et loro psalterio in loro commune lingua. Paula et Eusto-


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