
Capitolo IV.
Degli effetti della viva fede e della unione dell'anima con Cristo.
Tanto opera questa fede santa e viva, che colui,
il quale crede
che Cristo abbia tolto sopra di sé li suoi peccati, diventa simile a
Cristo,
e vince il peccato, la morte, il diavolo e lo inferno. E questa è
la ragione che la Chiesa, cioè ciascuna anima fidele, è sposa di
Cristo, e Cristo è sposo di lei. Noi
sappiamo
il costume del matri-
monio, che di due
divengono una medesima cosa, sendo due in una
carne, e le facultà tutte di amendue divengono communi, onde lo sposo
dice che la dote della sposa è sua, e la sposa similmente dice che
la casa e tutte le ricchezze dello sposo sono sue. E così sono vera-
mente; altramente non sarebbono una carne, come dice la Scrittura
santa. In questo medesimo modo Dio ha sposato il suo dilettissimo
Figliuolo con l'anima fidele, la qual non avendo cosa alcuna che fusse
sua propria se non il peccato, il Figliuol di Dio non si è disdegnato
di pigliarla per diletta sposa con la propria dote, ch'è il peccato; e,
per la unione ch'è in questo santissimo matrimonio, quello che è del-
l'uno è ancora dell'altro. Cristo dice adunque:
— La dote dell'anima,
sposa mia cara, cioè i suoi peccati, le transgressioni della Legge, l'ira di
Dio contro di lei, l'audacia del diavolo contro a lei, lo carcere
del-
l'inferno e tutti gli altri suoi mali sono devenuti in poter mio e
sono
in mia propria facultà, e a me sta a negoziare di essa come più
mi piace, e perciò voglio gettarla nel fuoco della mia croce e annichi-
larla. Vedendo adunque Dio il suo Figliuolo tutto
imbrattato de' pec-
cati della sua sposa, lo flagellò uccidendolo
sopra al legno della croce;
ma, perché era suo dilettissimo e ubbidientissimo Figliuolo, lo
suscitò da morte a vita,
dandogli ogni podestà in cielo e in terra
e
collocandolo alla destra sua. La sposa similmente dice con grandis-
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