La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure



Capitolo LXIV


Il popolo d’Israel, ridotto ad estreme miserie, è introdotto dal
profeta, pregando caldamente il Signore, che voglia adoperar la
sua virtù divina, e celeste, in sua liberatione, 3 come egli havea
fatto anticamente: 5 e, confessando i suoi peccati, gli chiede gra-
tia, in virtù del suo patto, 10 per esser ristorato delle sue lamen-
tevoli ruine.


1Oh, fendessi tu pure i cieli, e scendessi, sì che i
monti colassero per la tua presenza! icona nota
2A guisa che’l fuoco divampa le cose che si fondono,
e fa bollir l’acqua: per far conoscere il tuo Nome a’ tuoi
nimici: onde le genti tremassero per la tua presenza.
3Quandoicona concordanze tu facesti le cose tremende, che noi non
aspettavamo, tu discendesti, ed i monti colarono per la
tua presenza.
4Eicona concordanze giammai non s’è udito, né inteso con gli orecchi;
ed occhio non ha giammai veduto altro Dio, fuor che te,
c’habbia fatte cotali cose a quelli che sperano in lui.
5Tu ti facevi incontro a chi si rallegrava, ed operava
giustamente: essi si ricorderanno di teicona concordanze nelle tue vie: ec-
co, tu ti sei gravemente adirato, havendo noi peccato:
noi ci ricorderemo di te in perpetuo in quelle, e saremo
salvati.
6E noi siamo stati tutti quanti come una cosa immon-
da, e tutte le nostre giustitie sono state come un panno
lordato: là onde siamo tutti quantiicona concordanze scaduti come una
foglia, e le nostre iniquità ci hanno portati via come il
vento.
7E non v’è stato alcuno c’habbia invocato il tuo No-
me, che si sia destato per attenersi a te: percioche tu hai
nascosa la tua faccia da noi, e ci hai strutti per mano del-
le nostre propie iniquità.


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