
Capitolo X
Iob rivolge i suoi lamenti a Dio, pregandolo d’haver pietà di lui:
3 prima, per la sua innocenza: 8 poi, perche egli è pur sua crea-
tura, laquale non pare cosa degna ch’egli voglia distruggere di
suo puro beneplacito: 20 e per cio gli supplica di dargli qualche
alleviamento.
1L’anima mia
s’annoia della mia vita: io mi lascerò
scorrere addosso il mio lamento: io parlerò nell’amaritu-
dine dell’anima mia.
2Io dirò a Dio, Non condannarmi: fammi assapere
perche tu litighi meco.
3Ti pare egli ben fatto d’oppressare, di sdegnar l’ope-
ra delle tue mani, e di risplendere sopra’l consiglio degli
empi?
4Hai tu occhi di carne? vedi tu come vede l’huomo?
5Sono i tuoi giorni come i giorni dell’huomo morta-
le? sono i tuoi anni come l’età humana?
6Che tu facci inchiesta della mia iniquità, e prendi
informatione del mio peccato?
7A te s’appartiene di conoscere ch’io non sono reo: e
non v’è niuno che riscuota dalla tua mano.
8Le tue mani m’hanno formato, e composto: e tu mi
distruggi tutto quanto d’ogn’intorno.
9Deh, ricordati che tu m’hai formato come dell’argil-
la: e
tu mi fai ritornare in polvere.
10
Non m’hai tu colato come latte, e fatto rappigliar
come un cacio?
11Tu m’hai vestito di pelle, e di carne: e m’hai conte-
sto d’ossa, e di nervi.
pagina successiva »