La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
In Verrem » Bibbia Diodati (1641) - p. 3836


33Il segnale del cuore che è in prosperità, è la faccia
lieta: ma l'inventione delle sentenze son pensieri accom-
pagnati di travaglio.

Capitolo XIV

1Beato l'huomo che non ha fallito con la lingua, e
non ha rimordimento di moltitudine di peccati.
2Beato colui, ilquale l'anima sua non condanna;
e'lquale non è scaduto dalla sua speranza, che dee have-
re nel Signore.
3Le ricchezze non istanno bene ad un huomo scarso,
e misero: ed a che servono le facultà all'huomo avaro?
4Chi accumula, fraudando la sua propia persona de'
suoi bisogni, accumula per altri; e gli strani goderanno
de' suoi beni.
5Chi è maligno a se stesso, a cui sarà egli buono? egli
non si rallegrerà delle sue facultà.
6Non v'è alcuno piggiore di chi è avaro a se stesso: e
questo è il pagamento della sua malignità.
7Benche egli faccia del bene, non lo fa di buona vo-
glia: ed alla fine egli dichiara la sua malitia.
8L'occhio invidioso è maligno; egli rivolge la faccia
indietro, e sprezza le persone.
9L'occhio dell'avaro non si satia d'una parte; e la ma-
ligna iniquità disecca l'anima.
10L'occhio maligno è invidioso al pane, e non ha cio
che gli fa bisogno in su la sua tavola.
11Figliuolo, fatti del bene, secondo che havrai delle
facultà: e presenta degnamente offerte al Signore.
12Ricordati che la morte non tarda, e che'l termine
posto per andar sotterra non t'è stato palesato.
13Fa bene all'amico, innanzi che tu muoia: e, secon-
do'l tuo potere, porgigli la mano, e donagli.
14Non privarti del giorno lieto, e non lasciarti sfuggi-
re la parte d'un honesto disiderio.


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