La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
Pro rege Deiotaro » Bibbia Diodati (1641) - p. 3397


Questa Epistola è quasi del medesimo suggetto che la pre-
cedente. Perciocché S. Paolo, essendo prigione a Roma, pre-
sto a sofferire il martirio, scrive dinuovo a Timoteo, per
suggellare e confermare, come per una ultima volta, tutta la
sua dottrina, ammonitioni, ed esortationi precedenti: e for-
tificarlo contr'alla tentatione e lo scandalo della sua prossi-
ma fine. Havendo adunque di prima entrata renduta testi-
monianza della fede d'esso, nella quale egli era stato
allevato da fanciullo, l'esorta vivamente di perseverare in
quella: ed insieme nell'esercitio della cura pastorale. Ed ac-
cioche egli non fosse turbato per l'afflittioni dell'Apostolo,
egli dichiara quale era la sua fede, consolatione, vittoria,
gloria, e trionfo, in quelle. Raccomanda, e benedice One-
siforo, da cui havea ricevuto sollevamento. Ammonisce Ti-
moteo d'ordinare pastori fedeli nelle Chiese: di prepararsi
alla croce, mostrando quale sia la beata uscita, e ‘l frutto ec-
cellentissimo: di servar purità, e dirittura nell'insegnare la
verità di Dio, schifando le quistioni profane, e le disputa-
tioni vitiose, onde nascono heresie: quale era quella d'Hi-
meneo, e di Fileto, che negavano l'ultima risurrettione de'
morti: contr'al quale pericolo egli rassicura i fedeli, per la
loro elettione, confermata per la lor santificatione, allaqua-
le deono studiarsi del continuo: ed a quella esorta spetial-
mente Timoteo, come anche a mansuetudine, e benignità.
Poi appresso predice le gran depravationi ch'avverranno
nella Chiesa, e contr'a quelle lo premunisce per la rappre-
sentatione della sua dottrina, ed esemplo: innanimandolo
al fedele esercitio del suo ministerio; e raccomandandogli
la Chiesa di Dio, la quale egli Paolo tosto lascerebbe di pre-


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