La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
Biblia, 1Io » Biblia, 2Cor » Biblia, Mt » Ochino, Bernardino Laberinti - p. 163



Predica XIX
Del modo per uscire di tutti i sopra detti laberinti a un tratto,
chiamata via di dotta ignoranza


Socrate fu molto desideroso d'intendere i secreti naturali, però
tutto il tempo della vita sua spese ne gli studii di quelli. Ma all'ultimo
si accorse essere sì occulti che non poteva comprendergli, né gli par-
ve d'haver fatto poco profitto quando ciò conobbe, però gloriando-
sene disse: «Una cosa so, cioè che io non so niente».
Di qui nacque che gli Academici, come quelli i quali vedevano
che quel che hoggi pareva lor vero, doman pareva lor falso, non vo-
levano affermare cosa alcuna assertivamente, ma di tutte le cose du-
bitavano per non cadere nel precipitio dell'errore et della falsità. Or
se noi per il peccato d'Adamo siamo sì ciechi, che non solamente gl'i-
dioti et illiterati, ma i primi dotti et savi del mondo non conoscan le
cose che hanno innanzi a gl'occhi, et come conosceranno le alte, di-
vine et imperscrutabili?
Il mondo è sì pieno di tenebre, che con tutto il nostro lume nativo
et acquistato non possiam conoscere i secreti della natura. Et cono-
sceremo i sopranaturali i quali non possano vedersi se non con il lu-
me infuso et miracoloso? Se le verità delle cose naturali potesseno
tutte sapersi, atteso che le verità conosciute pareggiano, rien-
piano, satiano et satisfanno all'intelletto, già sarebbono state conosciu-
te, massime da' Filosofi; ma si vede il contrario, poiché tra di loro son
sempre state tante opinioni, sette et contraditioni.
Or se noi non sappiamo le cose che si fanno in terra et non dirò
quelle che si fanno in luoghi a noi molto lontani, ma quelle che si fan-


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