
Predica XV
Nella quale si mostra la via per uscire del primo laberinto
nel quale son quelli che dicano di non esser liberi
Chi vedesse da una parte la bontà di Dio et dall'altra la malignità
del peccato, sarebbe certo che Dio non lo vuole: è impossibile che il
peccato sia peccato et che Dio lo vogli, imperoché sarebbe, per il ca-
so posto, peccato et non sarebbe peccato, poiché Dio lo vorrebbe et
di necessità è bene ciò che Dio vuole. Et così è impossibile che la di-
vina volontà sia divina volontà, però ottima, et che dall'altra parte vo-
gli il peccato et pertanto sia maligna.
Dio non può volere alcuna cosa contra il suo volere. Di necessità
adunque ciò che vuole è secondo la sua volontà, però secondo la pri-
ma regola d'ogni giustitia la quale di necessità è rettissima, per
non haver sopra di sé regola alcuna alla quale sia obligata a confor-
marsi, talché da quella discordando pecchi.
Dipoi, atteso che peccar non sia se non far contra la divina legge
et la divina legge non sia se non una espressione della divina volontà,
se Dio potesse peccare sarebbe neccessario dire che Dio potesse ope-
rar contra la sua volontà, il che è impossibile.
Può anco ciò provarsi per le Scritture sante, imperoché sicome
David disse, Dio non vuole la iniquità, anzi ha in odio gli iniqui et
chi opera la iniquità gli abborrisce et gli dispiacciono, et non per altro
se non per l'odio che ha al peccato. Dio anco ha sempre mostrato di
non volere il peccato, con prohibirgli tutti con la sua perfettissima
legge, vituperargli, ritrarcene et rivocarcene et con essortarci, indurci
et inspirarci al bene, et di più con minacciare et punir chi gli commet-
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