
Predica XII
Del modo per uscire del secondo laberinto
In prima bisogna sapere che Dio è libero, perché non può pecca-
re, et questo perché, essendo sommamente buono, non può volere
alcuna cosa la quale sia in se stessa trista et maligna, però è necessario
che quel che vuole sia cosa in se stessa buona, et così che non pecchi
in volerla.
O vero bisogna dire che sieno cose indifferenti: et allhora, atte-
so che la divina volontà è la prima et la suprema regola di ogni giu-
stitia di necessità rettissima, imperoché non ha né può haver regola
alcuna sopra di sé alla quale sia obligata conformarsi, talché da essa
discordando pecchi, anzi, in tanto le altre volontà son rette, in
quanto che a essa son conformi et essa divina volontà non può fare
alcuna cosa che non sia secondo il suo volere, però conforme alla
sua volontà prima regola et di necessità rettissima, è necessario
adunque dire che Dio non può peccare in voler cose indifferenti,
poiché non può volerle se non con la sua volontà la quale non so-
lamente è rettissima, ma è essa rettitudine. E libero adunque Dio
dal poter peccare.
Forse dirai: — A me pare che allhora sarebbe Dio libero, quando
potesse fare l'uno et l'altro cioè peccare et non peccare —. Ri-
spondo che non è così, imperoché il poter peccare non è libertà né
parte di libertà, ma servitù.
Et si vede per esperienza che sicome Christo disse: «
Chi fa il
peccato è servo del peccato
», imperoché in tanto l'huomo pecca in
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