La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
Bernardus Claraevallensis » Ochino, Bernardino Laberinti - p. 50


priva, talché lo pruova in ogni stato per vedere come si porta, se sem-
pre riconosce ogni suo ben da Dio, se l'ama, honora, lauda, ringratia
et persevera in fede, se mette le speranze in Dio, se osserva i suoi giu-
sti precetti, se è temperato nelle prosperità, forte et costante nelle
adversità et se usa carità co' prossimi suoi, infin con gli inimici. Et
tutto fa per saper molto bene chi che si sono, et così potere giusta-
mente premiargli et punirgli, secondo i lor meriti et demeriti.
Et così se l'huomo è libero, domandato perché Dio l'ha posto in
questo mondo, saprà molto ben rispondere et uscir del laberinto con
dire: — Mi ha posto in questo mondo per provarmi et mi vuol provare
per saper molto bene chi che io sono, innanzi che mi pigli per suo et
mi accetti nella sua celeste corte —.
Et se dicesse: — Non sa Dio chi che noi siamo senza altramente
provarci? —, quelli che pensano d'essere liberi diranno che sa ben
chi siamo et quel che saremo per conietture, ma lui vuol esser chiaro
di noi con farne esperienza, sicome già fece di Abraamo; però, poi
che vedde che ammazzava il figliuolo, gli disse: «icona citazioni  Hora ho conosciuto
che tu temi Dio
»: talché, secondo che dicano, se l'huomo è libero et
quel che doman farà, pende dalla sua volontà. Dio non può saper di
certo quel che farà, infin tanto che l'huomo non opera. E ben vero
che se le opere nostre in tutto pendesseno dalla divina volontà, che
in tal caso vedrebbe, et ab eterno, il tutto, atteso che ogni cosa pen-
derebbe dalla divina volontà a Dio notissima. Ma se l'huomo crede di
non esser libero et vorrà uscir del laberinto con sapere a che fine
Dio l'ha posto in questo mondo, non saprà trovar la via, atteso che
non potrà dire: — Dio mi ha posto in questo mondo per provar-
mi, sapere chi che io mi sia et ritribuirmi secondo i meriti et demeriti
miei —, atteso che è necessitato a far tutto quello che Dio gli farà fa-
re et che non è in sua potestà a far più, né anco manco, di quel-
lo che Dio gli fa fare.
Dipoi quelli che pensano d'esser liberi, se non potranno uscir del
laberinto con dire che Dio gli ha posti in questo mondo per far di
loro esperienza et saper chi che si sono, atteso che Dio ab eterno
chiaramente sa tutto, basta che potranno uscirne per un'altra via, im-
peroché potran dire che Dio gli ha posti in questo mondo per farne
esperienza, et questo non perché esso ottimamente non gli conosca,


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