La Bibbia nel Cinquecento: edizioni interpretazioni censure
Biblia, 1Io » Biblia, 2Cor » Biblia, Mt » Ochino, Bernardino Laberinti - p. 39



Predica V
Del primo laberinto nel quale son quelli
che pensano di non esser liberi


Quelli che pensano di non esser liberi si truovano in inestricabili
laberinti, il primo de' quali è che son necessitati a pensare che il pec-
cato non sia peccato, non sia male, né dispiaccia a Dio, o vero che
Dio sia maligno et pertanto non sia Dio, et questo perché dicano:
— Quando noi pecchiamo, questo è perché Dio non ci dà tanta gratia
che ci basti per non peccare; che se ce la desse, atteso che non è in
nostra possibilità il resistergli, non peccheremmo, però se noi pec-
chiamo è di necessità. Non è adunque colpa nostra se noi non osser-
viamo la divina legge —.
Et dall'altra parte sappiamo che Dio, per esser onnipotente, po-
trebbe darci la gratia et se non ce la dà è perché non vuole. So anco
che se Dio volesse potrebbe darci tale et tanta gratia, che non sol
potremmo resistere, ma et anco superare tutti gl'impeti della carne,
assalti di Satan et forze del mondo. Or Dio sa molto bene che non
dandoci la gratia, sicome potrebbe, che noi peccheremo; donde ne
seguita che Dio vuole il peccato poiché non vuol darci la gratia;
donde di necessità ne seguita che peccheremo, et questo per-
ché chi vuole l'antecedente, di necessità vuole anco il conseguente.
Non è possibile che un vogli correre, che non vogli anco muoversi;
or così anco non è possibile che Dio permetta il peccato et non vogli
darci la gratia, anzi vogli non darcela, poiché volendo lo permette, et
che non vogli il peccato.
Dipoi se l'huomo pecca in permettere il peccato, bisognerà dire
che Dio tanto più gravemente pecca in permetterlo et non impedirlo,
quanto che ha maggior charità et è più obligato ad amar se stesso,
voler il suo honore et odiare il peccato, che l'huomo. Se Dio havesse


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