Vetus Testamentum secundum LXX latine redditum et ex auctoritate Sixti V. Pont. Max. editum. Additus est index dictionum et loquutionum hebraicarum, graecarum, latinarum, quarum observatio visa est non inutilis futura
a cura di Antonio Carafa, Romae, in aedibus Populi Romani, apud Georgium Ferrarium, 1588
[12], 1411 [ma 1415], [21] pp.: romano, greco, ill.; 2º.
Traduzione latina della versione greca dei LXX, stampata a Roma nel 1588, condotta sulla Bibbia Sistina greca da Flaminio Nobili, lucchese. Curatore dell'opera fu Antonio Carafa. Un apparato di note posto alla fine di ogni capitolo riporta le varianti e anche le integrazioni dalla
Vetus Itala.
Segnature:
*6 A–Z
6 Aa–Ee
6 Ff
4 Gg–Zz
6 Aaa–Zzz
6 Aaaa–Zzzz
6 Aaaaa–Zzzzz6 Aaaaaa–Bbbbbb
6 Cccccc
8 Dddddd
10.
Sul frontespizio, impresso in rosso e nero, si trova la marca tipografica della «Stamperia del Popolo Romano», ripetuta a c. Dddddd10
r. La composizione tipografica del testo è assai elegante: il tondo e il corsivo dei caratteri si alterna in varie dimensioni ai capilettera e ai fregi incisi (testatine, cornici e finalini) che punteggiano quali parentesi grafiche l'inizio e la fine dei libri biblici. A c. Mmmmm
r nella numerazione delle pagine è reiterata la sequenza da 1229 a 1232, con conseguente alterazione del computo finale delle pagine del volume.
Si pubblica l'esemplare Nencini I.8.6.5. della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Il volume, restaurato, è coperto da una vivace legatura in cuoio e assi, con fermagli in cuoio e metallo, dorso a quattro nervature e impressioni a secco e in oro. Al centro dei due piatti campeggia il medaglione ovale, impresso in oro, con l'emblema della Compagnia di Gesù. Sul contropiatto anteriore sono incollati due cartellini con la collocazione attuale e un
ex libris a stampa di Giovanni Nencini recante la data «1874» e il motto senecano «Otium sine literis mors est». Sul frontespizio è presente la nota di possesso manoscritta a penna: «Dom
[us
] prof
[essae
] Rom
[anae
] Soc
[ietatis
] Iesu
[s
]» e: «Bibl
[iothecae
] co
[mmunis
] catal
[ogo
] inscript
[us
]», oltre al timbro a olio con
ex libris del teologo e letterato Francesco Raimondo Adami (1711–1792) e al timbrino a olio della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, ripetuto anche alle carte I2
v e Dddddd9
v. Buono lo stato di conservazione, malgrado la presenza di alcune carte brunite che nulla tolgono alla leggibilità del testo.
Impronta: a–u– s.o. Haein &pre (3) 1588 (R).
Fonti:
La Bibbia. Edizioni del XVI secolo, a cura di A. Lumini, Firenze 2000, pp. 114–115.