La bibbia del cinquecento

Biblia, ad vetustissima exemplaria nunc recens castigata. In quibus praeter ea quae subsequens praefatio indicat, capita singula ita versibus distincta sunt, ut numeri praefixi, lectorem nec remorentur, et loca quaesita tanquam digito demonstrent

a cura di Johannes Henten, Antuerpiae, excudebat Christophorus Plantinus, kalendis Iunii 1559

[8], 424 [ma 432], 110, [22] cc.: romano, ill.; 8º.
Edizione della Bibbia di Christophe Plantin del 1559, che accoglie il testo della cosiddetta “Bibbia di Lovanio”. Questa, curata dal domenicano Johannes Hentenius, rappresenta un tentativo da parte cattolica di offrire una revisione del testo della Vulgata dopo che era stata proibita la diffusione delle nuove edizioni, fra le quali quella dell'Estienne. L'approntamento del testo fu laborioso, comprendendo il confronto di trentuno manoscritti latini e di due incunaboli, ma non contemplò un confronto con i testi originali. Il testo è diviso in capitoli e paragrafi, ma non in versetti, e presenta riferimenti di concordanza a margine; è preceduto da una preziosa prefazione dello Hentenius che spiega i criteri di edizione.
Segnature: *8 A–Z8 Aa–Ff8 iiFf8 Gg–Zz8 Aaa–Ggg8 a–o8 **8 §8 §§8 (carta §§4 bianca).
Sul frontespizio, sotto il titolo, compare la marca tipografica di Christophe Plantin (1520 ca.–1589): in essa figura una mano che con un compasso traccia un cerchio non ancora concluso; l'emblema è circoscritto dal motto «labore et constantia» ed entrambi si inquadrano dentro una cornice a festoni. Si allude così elegantemente al nome dell'officina plantiniana «Al compasso d'oro», ribadendo come la laboriosità e la costanza dell'uomo — simboleggiate dal moto di rotazione del compasso e dalla staticità del relativo vertice — abbiano bisogno di un aiuto divino — la mano, che in più diffuse varianti iconografiche fuoriesce da una nuvola — perché il cerchio sia perfetto. Nel testo, composto su due colonne, le carte del fascicolo iiFf sono prive di numerazione. A c. o6r è presente il colophon.
Si pubblica l'esemplare Magl. 3.4.288 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Il volume, alluvionato e restaurato, è rilegato in tutta pelle con impressioni a secco sui piatti, dorso a quattro nervature e taglio in azzurro. Sul frontespizio compaiono il timbro a olio della Biblioteca Magliabechiana e un monogramma vergato a penna, non decifrato; due note manoscritte sulle carte di guardia iniziali e finali riassumono il significato teologico del patto di alleanza tra Dio e uomo, e la teoria dei quattro livelli di lettura del testo biblico.
Impronta: rin– o–m– s&er paIa (3) 1559 (R).
Fonti:
La Bibbia. Edizioni del XVI secolo, a cura di A. Lumini, Firenze 2000, pp. 46–47.